Johnny Marr ha ragione di dire che l'uso di Smiths Songs on Adverts non imbroglia la loro memoria

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Johnny Marr ha ragione di dire che l'uso di Smiths Songs on Adverts non imbroglia la loro memoria
Johnny Marr ha ragione di dire che l'uso di Smiths Songs on Adverts non imbroglia la loro memoria
Anonim
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C'è stata l'effusione vaga, umida, tipica dei miti che circondano una band indie che permette ad una delle loro canzoni di essere usate nella pubblicità. Apparentemente "svendita". E dio sa, questa è la cosa peggiore di cui un gruppo indie può essere accusato, giusto?

E, naturalmente, c'è una pubblicità terribilmente sdolcinata di John Lewis che sta facendo i turni di Natale quest'anno che presenta una versione di copertina di The Smiths "Please Please Please Let Me Get What I Want".

Johnny Marr non vuole far altro che sottolineare che la canzone che compare in una pubblicità non imbroglia la memoria della canzone e The Smiths non ha esaurito il tutto, in realtà. E sai una cosa, ha ragione nel dire che non imbroglia il ricordo della band.

Marr è andato su Twitter per rispondere alle fan deludenti Smiths (c'è qualche altro tipo di fan degli Smiths?) E ha affermato che il ricordo del gruppo non è stato affatto macchiato.

Egli ha detto:

Scrivere 'Please Please …' un venerdì dell'84 è uno dei migliori ricordi della mia vita. Questo annuncio non ha sporcato un po 'quella memoria.

Ha continuato a criticare i fan che erano stati …

"Lamentarsi e lamentarsi mentre, aspettalo, guardando X Factor"

E Marr ha assolutamente ragione nella sua affermazione che l'uso di una cover di una canzone di Smiths in un annuncio televisivo non imbratta il ricordo della band perché, il punto qui è che abbiamo a che fare con una band così stravolto, così sopravvalutata, quindi mediocre da cima a fondo che ogni uso della loro canzone non nuoce alla loro eredità, anzi, porta giù la bella reputazione di John Lewis.

Giusto. Il bel John Lewis che vende tutte quelle cose carine ora è associato a una triste e libera poesia della sesta forma, attraversata da un incubo da cucina finta e da una collezione di volti così lunghi da poter inciampare sui loro menti.

Povero John Lewis. Essere ammassati con quei berretti senza talento.

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